E, dopo la mobilitazione della società civile e la pubblicazione delle linee guida Europee, finalmente è stata estorta alla Politica la dichiarazione che l’applicazione sarà Open (MPL2.0) e decentralizzata (DP3T). E si inizia a respirare un po’ meglio, negli ambiti della sicurezza dei dati…
Ma quindi tutto a posto? No e molte sono le future problematiche possibili, ma per lo meno sono stati eliminati gli “elefanti nella stanza”, cosa che ci consente ora di concentrarci sugli aspetti prettamente implementativi.
Con una grande incognita, però: perché è stato necessario fare esplodere una bomba atomica in giardino per ottenere delle informazioni fondamentali sul processo di analisi e selezione delle tecnologie?
Perché dover gridare, perché dover creare sollevazioni popolari in un processo che dovrebbe creare una applicazione che viene scelta per FIDUCIA?
Magari scopriremo tra mesi/anni che la TaskForce era già orientata a questi temi, ma allora perché secretare i documenti e voler FORZOSAMENTE tenere all’oscuro la società civile?
Perché secretare i documenti e voler FORZOSAMENTE tenere all’oscuro la società civile?
Perché, ricordiamoci, qui è stato il disastro e la disfatta di Caporetto della comunicazione e della politica, qualunque sia il risultato finale: la ferrea volontà di NON VOLER condividere un processo decisionale fatto di fiducia e di consenso ha portato a dover estorcere frammenti di informazioni VITALI (prima che sia troppo tardi per la scelta) alimentando la DIFFIDENZA sull’intera procedura invece che muovendosi dietro al consenso che serve per fare installare una applicazione al 60% degli italiani.
Ora sotto alla prossima problematica da analizzare, o in modo aperto oppure ancora una volta con i megafoni e i mitra spianati per ottenere in modo coercitivo quella trasparenza che dovrebbe invece essere “by design”…
Che fatica…
Una sola cosa è certa: che la gestione delle prime fasi di questo progetto è stata un imperdonabile, goffo e maldestro inizio oscurantista, che ha sollevato dubbi e paure invece di raccontare i fatti e di cui – anche a prescindere dalla applicazione finale – la Politica dovrà rendere conto a tutti.